Il segmento testuale Movimento operaio è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 512
Brano: [...]se di agosto. Per evitare la cattura da parte nazifascista, visse nella clandestinità durante il periodo dell’occupazione tedesca.
Secondo dopoguerra
Reintegrato a pieno titolo nei ranghi del P.C.I. dopo la Liberazione, ricoprì vari incarichi nella Federazione comunista genovese e collaborò alla terza pagina de « l’Unità » con numerosi articoli di carattere storico.
Nel 1955 costituì il Centro ligure di storia sociale e fondò la rivista Movimento operaio e contadino in Liguria, divenuta nel 1959 II movimento operaio e socialista in Liguria e, nel 1961, Movimento operaio e socialista (dal 1970 esce con il contributo del Fondo Pia Carena Leonetti).
Della rivista e del Centro ligure, Perillo fu direttore dalla fondazione fino alla sua morte.
l.Bi.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 341
Brano: [...]n Persiceto dal 1859 al 1900, Istituto universitario di magistero “Maria SS. Assunta”, Roma, a.acc. 197172 (rei. V. E. Giuntella). Per il periodo dall'ultimo decennio dell’Ottocento al primo dopoguerra, saggi e articoli vari sono stati pubblicati nel periodico locale “Strada maestra”. Sulle origini del fascismo nel Persicetano è da vedere L. Scagliarini, Proprietari e contadini a San Giovanni in Persiceto dal 1919 al 1924, nel volume miscellaneo Movimento operaio e fascismo nell’EmiliaRomagna 19191923, Roma, 1973, pp. 153174.
Sul l’antifascismo e sulla Resistenza armata nel Persicetano, alcune testimonianze sono raccolte da L. Bergonzini nei cinque volumi La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti, Bologna, 19671980 (specialmente nel I e nel V); si vedano inoltre le voci del Dizionario biografico dell'opera a cura di A. Albertazzi, L. Arbizzani, N.S. Onofri, Gli antifascisti, i partigiani e le vittime del fascismo nel bolognese (19191945), Bologna, 1985.
Per il periodo della Guerra di liberazione (19431945) si segnalano il volume di A. B[...] [...] e salvaguardia dell'idea comunale e repubblicana. Già nel 1450 vi si fabbricavano chiodi di quadri tramite forgiatura e gli artigiani locali chiedevano al governo fiorentino un intervento doganale a protezione del loro manufatto contro la concorrenza extraregionale. Nel corso dei secoli la città fu in varie occasioni esempio di industriosità e di vita democratica, sì da mantenere vive le tradizioni di libertà nel carattere della popolazione.
Movimento operaio
Le prime manifestazioni operaie si ebbero per la conquista di un posto di lavoro nella vetreria qui sorta tra il 1812 e il 1814. Il 28.2.1864 si costituì la prima Società operaia di mutuo soccorso, seguita da vari circoli socioculturali. Nel 1872 si insediò nel territorio del comune la Società italiana per l'industria del ferro, poi acquistata óaWllva (v.). Nel 1882 fu costituita la locale sezione del Partito operaio e nel 1890 quella del Partito socialista; nel
1921 vi sorgerà anche una sezione comunista.
Particolarmente dure furono le lotte sostenute dai lavoratori del bacino ligni[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 562
Brano: [...]relativi vaglia o lettere assicurate dovranno essere restituiti al competente ufficio postale perché siano respinti al mittente.
Pel Ministro Carmine Senise
Bibliografia: G. Isola, Solidarietà popolare e repressione fascista: il Soccorso Rosso in provincia di Firenze (19241939), in “Ricerche Storiche”, dicembre 1982; F. Svatek, Gli organismi dirigenti deH'Internazionale Comunista: loro sviluppo e composizione (19191943), Parte seconda, in “Movimento operaio e socialista”, a. XXIII, aprilesettembre 1977, n. 23, p. 315; G. Trevisani, Piccola enciclopedia del socialismo e del comuniSmo, III ed., Cultura Nuova Editrice, Milano 1951.
S.C.B.
Socialdemocrazia
Dottrina politica e prassi del socialismo riformista (v. Riformismo), miranti a superare le conseguenze della lotta di classe attraverso una pacifica intesa e misure legislative nell’ambito dello Stato democratico borghese. Primo teorico della socialdemocrazia viene considerato Ferdinando Lassai le (v.), il cui programma fu assunto nel 1863 dalla Associazione generale degli operai tedesch[...] [...]europeo essa ha tuttavia assunto alcuni tratti spech fici: stretti rapporti col movimento sindacale, fino a essere il “partito del lavoro” che ha come interlocutore principale i sindacati; programma politico ispirato al modello del Welfare State (Stato del benessere), attraverso politiche di assistenza sociale e di redistribuzione del reddito.
Le formazioni politiche socialdemocratiche che hanno esercitato un ruolo preminente nella storia del movimento operaio europeo sono, oltre alla socialdemocrazia tedesca, il Partito laburista inglese, il Partito socialdemocratico svedese, il Partito socialista francese.
Il Partito socialista italiano (v.) ha cercato, nei primi anni del secondo dopoguerra, una propria collocazione autonoma e distinta dalla socialdemocrazia europea. Negli ultimi 15 anni la sua politica si è invece sempre più strettamente identificata col modello socialdemocratico.
Socialdemocrazia tedesca
Sorta nel 1863 in Germania (v.) dai gruppi che facevano capo a Ferdinando Lassalle, cui si unirono Wilhelm Liebknecht e August Bebel,[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 357
Brano: [...]tò più che mai un forte spirito di indipendenza, con momenti alti di lotta segnati dal sacrificio dei 5 Martiri di Belfiore, cui fecero seguito altre impiccagioni di patrioti, dal prete don Giovanni Grioli a Tito Speri e a Pier Fortunato Calvi. Tra i volontari accorsi a combattere nelle file di Garibaldi non mancarono i veronesi e un forte movimento popolare partecipò alla lotta per l’indipendenza fino all’annessione al Regno d’Italia (1866).
Movimento operaio
Con la nascita delle industrie meccaniche e tessili comparvero anche a Verona i primi circoli operai, le scuole serali, le cooperative, fino alla comparsa del Partito socialista, alla cui fondazione a Genova (1892) partecipò fra gli altri il veronese Simplicio Ca bianca (i cui 3 figli Ottavio, Leonida e Sergio cadranno lottando contro il fascismo: Ottavio in Spagna e gli altri due nella Resistenza in Italia).
Nelle campagne intanto il bracciantato, le mondine e le tabacchine vivevano momenti difficili che costringevano i lavoratori a cedere ai ricatti padronali o a prendere la via dell’[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 470
Brano: [...]ato nel Gorski Kotar, regione montana della Croazia, dove scomparve in circostanze finora mai chiarite. Si ignorano la data e il luogo esatti della sua morte. Presentato sotto cattiva luce dalla storiografia croata nel dopoguerra, è stato “riabilitato” negli anni Ottanta e giustamente definito un « importantissimo promotore e creatore degli avvenimenti della nuova storia istriana ».
Bibliografia: AA.VV., Radnicki pokret i NOB Opcine Labin (Il Movimento operaio e la LPL nel Comune di Albona), Rijeka 1980; P. Strcic, Lelio Zustovich e il movimento rivoluzionario dell'Istria tra le due guerre mondiali, voi. VI 1/1984 del Centro per le ricerche storiche di Rovigno.
G.Sco.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 480
Brano: [...]icenziato dallo stabilimento Carlo Erba in seguito a un arresto, nel 1888 aprì in piazzale Monforte una rivendita di giornali che tenne fino al 1927, svolgendo sempre attività per il Partito Operaio e poi per il Partito socialista. Nel 1928 si collegò all’Associazione nazionale stu
dio, continuando a essere sorvegliato e diffidato (1940) dalla polizia, senza tuttavia subire ulteriori persecuzioni.
Nel 1949 fu tra i promotori della rivista “Movimento operaio” e fino ai suoi ultimi anni collaborò a “Critica sociale”.
Appello alla « riconciliazione »
Pubblico messaggio che il P.C.d'I. (v. Comunista Italiano, Partito) nell’agosto 1936 rivolse al popolo italiano schiacciato dal fascismo, per il raggiungimento di una unità della nazione tra « fascisti e non fascisti ».
Proprio all’indomani della brigantesca conquista etiopica e mentre in Spagna aveva inizio la rivolta franchista, gli esuli comunisti cercarono di applicare alla situazione italiana la tattica del Fronte popolare (v.) indicata dal VII Congresso della Terza Internazionale (v.) e [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 482
Brano: [...]te. Si costituì così un ceto di allevatori benestanti (squatters) che gradualmente ottennero forme di autogoverno, dando vita a nuove colonie autonome in Tasmania, Victoria, Australia Meridionale. Tutte le colonie si unirono poi in una confederazione che assunse il nome di Commonwealth of Australia. Negli stessi decenni continuò il genocidio degli aborigeni, che si ridussero a pochi gruppi superstiti nelle zone più inabitabili del continente.
Movimento operaio
La comune origine sociale degli immigrati e la forte concentrazione operaia nelle città, dove si addensava il 50% della popolazione complessiva, la distanza dalle istituzioni della madre patria e la continua richiesta di mano d’opera per tosatura delle pecore, trasporti interni e marittimi, costruzione di case, lavori pubblici ecc. favorirono in Australia lo sviluppo di un movimento operaio organizzato, in misura molto maggiore che in Europa e in America. I lavoratori australiani poterono così ottenere una legislazione sociale assai avanzata rispetto ai tempi: la giornata lavorativa di
8 ore già nel 1856, l’istruzione obbligatoria fino al 14° anno di età fin dal 1872, il voto alle donne nel 1900. Dopo la costituzione delle prime leghe sindacali di mestiere, seguite dalle grandi associazioni di categoria fra gli anni Ottanta e Novanta
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 651
Brano: [...]C., ha svolto con la vicina Messina, dapprima in concorrenza e poi sempre più in funzione subordinata, un ruolo di collegamento tra il mondo orientale e quello occidentale. Le lunghe vicende storiche (culminate nella “rivolta” del
1970) hanno notevolmente ridimensionato le capacità di penetrazione e di influenza della città e aggravato il suo isolamento, marcato ancora di più dalla sua posizione geografica all’estremo lembo della penisola.
Movimento operaio e contadini
Le origini del movimento operaio a Reggio Calabria risalgono al 1861, quando nella città venne costituito
iS primo sodalizio di mutuo soccorso della regione: la Società artistica ed operaia.
Nel 1883, favorite dalle stesse autorità governative, si potevano contare in tutta la provincia 18 società con 1.498 soci nel circondario di Reggio Calabria, 578 in quello di Gerace e 504 a Palmi.
Particolarmente fiorente la Società operaia di Palmi, fondata nel 1876, la quale ogni domenica pubblicava un giornaletto, Il Popolano, che « mira alla regolare amministrazione del l’intero circondario e alla prosperità delle classi da [...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 300
Brano: [...] per la prima volta introdotta nella provincia l’organizzazione tayloristica del lavoro. Connesso allo sviluppo industriale fu quello finanziario e creditizio, con la nascita di numerose e importanti banche locali.
Di pari passo con lo sviluppo economico vennero a mutare le condizioni dei lavoratori, spesso in modo disordinato e con l'emergenza di molti problemi: bassi salari, disoccupazione, sfruttamento dei minori, malattie sociali ecc..
Movimento operaio e socialista
In una indagine del 1884 la sottoprefettura di Varese dava conto di 33 Società operaie di mutuo soccorso con un totale di 5.264 soci, tra cui 1.839 erano i muratori e gli scalpellini. In tali organizzazioni, quantunque presiedute da industriali o esponenti della nobiltà e del clero, i lavoratori cominciarono a prendere coscienza del proprio stato e a condurre le prime lotte sotto la guida dei mazziniani. Ma il collegamento con il movimento operaio milanese (soprattutto a Gallarate e a Busto Arsizio), favorì la penetrazione delle idee operaiste e socialiste.
Risale ai primi [...] [...]e socialista
In una indagine del 1884 la sottoprefettura di Varese dava conto di 33 Società operaie di mutuo soccorso con un totale di 5.264 soci, tra cui 1.839 erano i muratori e gli scalpellini. In tali organizzazioni, quantunque presiedute da industriali o esponenti della nobiltà e del clero, i lavoratori cominciarono a prendere coscienza del proprio stato e a condurre le prime lotte sotto la guida dei mazziniani. Ma il collegamento con il movimento operaio milanese (soprattutto a Gallarate e a Busto Arsizio), favorì la penetrazione delle idee operaiste e socialiste.
Risale ai primi del 1883 la costituzione della Società Figli del Lavoro a Busto Arsizio, a opera di Giuseppe Cantù, Pietro Panza, Gilberto Bel lotti, Carlo G rampa e Carlo Venegoni. Nel 1885 fu costituita a Varese la Federazione delle Società operaie (di orientamento moderato), ma nello stesso anno sorse anche la Lega dei Figli del Lavoro, con alla testa il falegname Luigi Alesini, avente un chiaro carattere di classe e in collegamento con il Partito Operaio.
Al Congresso di G[...] [...] 1902 l’Università popolare. Particolarmente importante per il socialismo varesino fu l’arrivo di Riccardo Momigliano, qui inviato per dirigere la Camera del lavoro. Egli fu anche il primo direttore de II Nuovo Ideale (1.5.1902), che può essere considerato il più importante strumento di formazione ideologica e politica dei lavoratori varesini fino all’inizio della guerra 191518.
Peraltro grandi lotte avevano maturato da oltre un trentennio il movimento operaio e popolare varesino: dalle proteste esplose contro la famigerata tassa sul macinato (1867) alle lotte salariali condotte nello stesso anno fra i cotonieri di Busto Arsizio, alle proteste delle operaie tessili dello stabilimento Krumm. Negli anni Settanta si erano mossi gli addetti delle fabbriche di calce di Porto Valtravaglia (1872) con un riuscito sciopero, seguiti dai muratori rivendicanti aumenti salariali. Nel settembre 1883, in concomitanza con lo svolgimento, in Varese, del Congresso delle Società operaie della Lombardia, gli addetti alle concerie avevano scioperato per le 10 ore lavor[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 255
Brano: [...]ò al potere, nel 1886, il generale Tajes. In quegli stessi anni e fino al 1894 giunsero nell’area “colorada” di Montevideo circa mezzo milione di immigrati (in gran parte dall’Italia) che diedero alla città un forte impulso economico in senso capitalistico, mentre le campagne restavano spopolate. Nel 1896 si ebbe l’ultima grande guerra civile, conclusasi con la sconfitta dei “blancos” per opera del presidente “colorado” José Battle y Ordonez.
Movimento operaio
L’organizzazione operaia mosse a Montevideo i suoi primi passi nella seconda metà del secolo: nel 1870 venne fondata la Società Tipografica e nel 1895 si ebbe un’ondata di scioperi, conclusisi solo nel 1897 dopo l’intervento deN'esercito. Nel 1902, con l'accresciuta influenza degli anarcosindacalisti, i sindacati aumentarono di estensione e di combattività. Di conseguenza il presidente Battle y Ordonez si trovò a dover operare su due fronti: se i “colorados”, ormai maggioranza tra la popolazione e la borghesia urbana, dovevano da una parte raggiungere l'accordo con i “blancos”, dai quali d[...] [...]e l'accordo con i “blancos”, dai quali dipendeva la fornitura dei prodotti di esportazione, dall’altra dovevano fare i conti con i sindacati. Battle firmò con i “blancos” la Pace di Acaguà che pose le basi di un complesso regime bipartitico. Con i sindacati, dopo un periodo di durissima repressione, egli raggiunse un accordo estremamente avanzato: nel 1915, infatti, l’Uruguay istituì la giornata lavorativa di 8 ore, principale rivendicazione del movimento operaio.
Tuttavia l’agitazione dei lavoratori proseguì, raggiungendo le punte più alte nel 19Ì7, quando il quartiere operaio del Cerro venne attaccato direttamente dalla polizia. Nel 1919 il movimento operaio era ormai sconfitto e ciò consentì il consolidamento deH’accordo istituzionale tra i due grandi partiti borghesi (il “colorado” e il “bianco”), i quali crearono un potere collegiale che contava sulla partecipazione minoritaria del partito di opposizione al governo. Lo Stato battlista rappresentò lo specifico sistema uruguayano di ottimizzazione del liberalismo politico combinato col benessere economico in un piccolo paese a capitalismo dipendente. Ciò rese pos
sibile il raggiungimento di quel particolare miscuglio di benessere, democrazia e populismo che portò molti a qualificare l’Uruguay[...]
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| Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Movimento operaio, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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